Voglio raccontarvi il viaggio che sta intraprendendo una ragazza per combattere la sua sindrome depressiva... Naturalmente lei ha accettato di raccontasi qui senza però rendere pubblici i suoi dati personali quindi userò nome e dati di fantasia.
"Mi sono sempre chiesta cosa non andasse in me.....
Sin da bambina mi dicevo di essere forte, di non mostrare la mia sofferenza per quello che accadeva interno a me, di fingere di essere impassibile anzi quasi cattiva, una dura, una tosta che non ha bisogno di niente e di nessuno, anche discretamente cinica. Tutto pur di nascondere quanto fossi in realtà fragile e quanto quello che vivevo nel quotidiano mi ferisse profondamente, a partire dalla mia famiglia, un vero inferno. Ricordo l'insoddisfazione dei miei genitori, che sfociava spesso in liti furiose, con conseguente violenza fisica e mentale, i continui tradimenti di mio padre, la frustrazione di mia madre, e la difficoltà a mettere in tavola un pasto vero... Ecco al momento attuale riesco a ricordare solo questo, non un solo ricordo bello, sereno di gioia. Eppure ci saranno stati ma sono latitanti tra i miei ricordi. Anche quando giocavo con le barbie in terrazza da sola mi rinchiudevo in un mondo di fantasia ma ero triste, arrabbiata, con il mondo intero. Ricordo che picchiavo le bambole perchè erano state "cattive". Crescendo nell'adolescenza ho continuato ad essere così la dura la tosta del quartiere, quella irrispettosa degli adulti e dei coetanei, attaccavo per non essere attaccata.
Poi ad un certo punto ho voluto essere più femminile più predisposta verso il prossimo perchè sentivo che l'unico modo per cambiare vita ed essere felice era trovare un ragazzo e creare una famiglia...
Eppure per quanto io m'impegni, per quanto da ogni relazione naufragata ne prendo insegnamento per non commettere gli stessi errori con quella che forse verrà, puntualmente mi sento dire: "non sei tu, sono io è colpa mia, tu sei una ragazza dal cuore doro, sei buona, con te sto bene e ti voglio tanto bene, ma ho capito che non sei quella che cerco.." E allora mi chiedo cosa c'è che non va in me? il mio aspetto fisico? sono troppo magra? poco formosa? ho il naso troppo grande? O è un problema di personalità? O magari entrambe le cose? Fatico a fare amicizia, fatico a restare su un posto di lavoro mi ritrovo spesso a competere con persone che cercano in ogni modo per mettermi in difficoltà e farmi fuori dai posti di lavoro o portarmi all'esasperazione come nell'ultimo dove ho detto basta me ne vado non ce la faccio più. Ogni relazione finisce male e mi ritrovo a vivere un lutto come l'ultima finita da pochissimo ed è stata la ciliegina sulla torta il motivo ultimo che mi ha mandato in frantumi. Ho lottato come un leone per far decollare questa storia che a mio avviso poteva veramente essere il mio lieto fine, la mia felicità, l'obiettivo che sogno da quando sono bambina. lui era l'uomo che ho tanto desiderato incontrare che tanto avrei voluto al mio fianco con cui invecchiare.... ma ancora una volta io non ero quella giusta. Ancora una volta ho fallito, ho combattuto ho lottato ed ho perso. Pensando a tutti o quasi gli obiettivi che mi sono prefissata da quando ero piccola, mi rendo conto che li ho falliti tutti. Non ho terminato gli studi, non ho saputo tenermi un lavoro, neanche quando ho aperto una mia attività. E cosa peggiore non so tenermi una relazione. Quindi cosa non va in me?
Appena mi è stata riscontrata la sindrome depressiva le cause che mi hanno portato in questo stato sono sostanzialmente tre le più palesi, il posto di lavoro oltre ad essere un'attività che non mi piaceva e che non mi sentivo adeguata, avevo le colleghe contro proprio perchè non riuscendo ad inserirmi a pieno ritmo nel contesto lavorativo faticavo a fare il lavoro e quindi spesso dovevano intervenire i colleghi a supporto e vista la grande rivalità che si crea nella maggior parte dei posti di lavoro non erano ben liete di aiutare ma cercavano di mostrare le mie lacune ai titolari, (a volte incolpandomi di errori non commessi da me). Quindi sono arrivata ad odiare il posto di lavoro a piangere la mattina prima di uscire di casa per recarmici, era diventata una sofferenza quotidiana. Il secondo motivo è stato un'investimento sbagliato che mi ha sotterrato economicamente, sono incappata in una truffa che mi sta devastando e come se non bastasse nello stesso momento quello che era il mio compagno ha riaperto la crisi tra noi iniziando un'altalena sentimentale che dopo mesi è finita male ma che mi ha completamente annientata. Per diversi mesi ho evitato i farmaci che mi erano stati consigliati dal medico di base e dalla neurologa speravo di risolvere da sola e trovare la forza per uscirne e sistemare le cose... in cuor mio speravo ancora di recuperare il mio rapporto se avessi fatto quello avrei potuto affrontare tutto il resto e invece non ne sono stata capace così una volta perso definitivamente colui che ritenevo la mia persona. Ho chiamato una psicologa che mi ha detto quali passi fare per essere seguita ed entrare in terapia, come prima cosa mi ha fatto fare una visita da una psichiatra che mi ha confermato di dover prendere dei farmaci, che ho iniziato a prendere ma ci vorrà almeno un mese prima che possano vedersi gli effetti positivi. Poi abbiamo parlato a lungo come prima seduta e anche lei mi ha detto che sì la sindrome depressiva è stata scatenata adesso e in forma forte per i tre avvenimenti che mi sono crollati addosso tutti insieme, ma che necessito di essere seguita per riprendere le fila di un percorso errato che ho fatto a partire dalla mia infanzia. Quindi sarò seguita sia dalla psichiatra che dalla psicologa.
Al momento non so dire ancora come andranno le cose, certo un passo avanti l'ho fatto, ho finalmente chiesto aiuto. Ma sui risultati non mi sento di dire niente sono ancora triste, scoraggiata, delusa, amareggiata, avvilita dalla vita che non vedo e non voglio vedere futuro, non ce la faccio non ne ho più le forze e quello che mi aspetta non mi piace.
Questo farmaco che prendo dovrebbe sollevarmi l'umore farmi sentire attiva, devo dire che i primi due giorni sembravo una drogata fissavo il vuoto cercando di aprire gli occhi che invece errano già aperto anzi spalancati, mi sentivo terribilmente priva di forze non riuscivo a camminare e avevo sonno continuamente mi bruciavano gli occhi da quanto sonno sentivo. Con il passare dei giorni le cose sono migliorate ora non sono più cosi stanca o non sto più immobile a fissare il vuoto spalancando gli occhi che non bruciano più dal sonno, però devo ammettere che se mi rilasso un po anche sul divano, anche ora che sto scrivendo mi sento assonnata andrei a dormire senza tanti problemi. La sera fatico a restare sveglia già dalle 21 mi viene sonno ed è una lotta a non andare a dormire cosi presto, a volte riesco a resistere sino le 23 ma è capitato che alle 22:30 io fossi già a dormire cosa per me impensabile prima dei farmaci io andavo a dormire a mezzanotte e mi alzavo alle 6 massimo 6:30 adesso non riesco ad aprire gli occhi fino alle 7 7:30 e perchè i gatti piangono che vogliono mangiare già dalle 6 del mattino altrimenti dormirei ad oltranza. Questo non mi piace per niente. Forse ho accumulato talmente tanto stress negl'anni che il mio fisico non era semplicemente in riserva ma ero rimasta completamente senza carburante. O forse queste gocce non sono idonee alla mia persona ne parlerò con la psicologa alla visita che ho in programma. Per ora mi fermo qui mi sento tanto stanca da non riuscire a proseguire. Parlare dei problemi personali è sfiancante ricordo che dopo la prima seduta con la psichiatra sono tornata a casa e mi sentivo sfinita stanchissima come se avessi fatto una prova fisica enorme sopra le mie possibilità, non ero stanca solo mentalmente ma fisicamente. In questo momento non è cosi ma per oggi raccontato tanto e mi si sono accavallate le idee nella mente che si confondono tra loro facendomi sentire stordita, per cui per ora basta cosi..."
Questo è il primo passo di "Marta" e forse è il primo passo di molte altre donne e uomini che leggendo questo articolo avranno la forza di chiedere aiuto e non vergognarsi. Perchè molte persone pensano che andare da uno psicologo o uno psichiatra sia discriminante nella società attuale e quindi finiscono per rinchiudersi in se stessi sempre di più facendo poi dei passi sbagliati.