"Buongiorno, ho effettuato anche il primo colloqui con la psicologa... ne sono rimasta un po delusa. Primo perchè mi ha detto che non ha modo di farmi una psicoterapia in quanto ha troppi pazienti, avendo problemi economici naturalmente mi sto facendo seguire da una professionista del consultorio familiare, ma purtroppo si fatica ad avere un medico che possa fare una terapia quando ha troppi pazienti e poco tempo disponibile. Nel mio caso questa dottoressa lavora solo un giorno e mezzo alla settimana nel mio comune e questo limita la sua possibilità di seguire pazienti ed è l'unica forse se fossero più psicologhi si potrebbe avere più possibilità di terapie per più persone.... ma questa è l'Italia oltretutto non è semplice essere "presi incarico" si deve avere una richiesta dal proprio medico di base che naturalmente deve valutare la necessità del paziente di fare una visita psichiatrica; Quindi dopo aver preso l'appuntamento con uno psichiatra questo deve certificare che il paziente necessita di medicinali e consiglia di essere seguito da uno psicologo; A questo punto si spera di essere fortunati e di avere nel consultorio di appartenenza di aver un medico disponibile a seguire il paziente per una terapia.
Cmq l'esperienza è stata un pò strana, a differenza del colloquio con la psichiatra, dove si mi sono sentita esausta ma anche rincuorata, in questa occasione mi sono sentita quasi una sciocca perchè mi sono sentita dare delle affermazioni ai miei racconti in base alle domande che mi venivano poste ovvie cose che già da sola avevo pensato e che le stesse persone a me vicine avevano detto. Sentirsi dire: "per uscire dalla depressione devi volerlo, le medicine gli amici e la terapia serve al 40% ma il 60% dipende da te." Oppure: "devi dimenticare quella persona, e andare avanti, imparare a contare solo sulle tue forze non appoggiarti sul prossimo", ecc. ecc. sono cose che so perfettamente, tra l'altro non credo di essere una donna che si appoggia in tutto per tutto sul partner. Mi sono sentita quasi giudicare senza volermi capire veramente mi sono state poste domande che spaziavano da un argomento ad un altro come se non ci fosse veramente tempo per parlare anche se sono sicura di essere stata almeno un'ora in seduta. Probabilmente ho avuto questa sensazione perchè la dottoressa non ha tempo di psicoanalizzarmi ma possiamo solo fare delle sedute di consulenza un colloquio al mese o anche meno quindi mi ha chiesto cose per farsi un'idea generale ma questo non mi ha fatto sentire aiutata, ma piu giudicata e me ne sono sentita infastidita e dispiaciuta. Ma forse è solo una mia sensazione. Nel frattempo naturalmente sto prendendo le medicine e dopo 3 settimane che ne faccio uso. Non sento una sensazione di buon umore anzi devo dire che in questi giorni mi sento demoralizzata, non particolarmente triste, ma speravo di sentirmi piu carica di umore migliore, o cmq piu positiva. Certo sono giorni che non vedo nessuna amica che non esco e sono due giorni che non vado in bicicletta come faccio quasi ogni giorno perchè mi fa sentire meglio pedalare per km. Anche la psicologa mi ha suggerito di fare quest'attività e di prendere ogni iniziativa per fare nuove conoscenze che mi porti a stare in compagni quanto più possibile... altra cosa che ho esposto io a cui avevo già pensato e che lei mi ha confermato. Mi sento debole emotivamente fare nuove conoscenze fare un programma che riguardi la mia vita mi fa fatica farlo è qualcosa che al momento mi risulta troppo grande come passo anche se la dottoressa dice che devo buttarmi. Ma la vivo come una forzatura al momento che mi blocca ancora di più nell'andare avanti quindi prendo informazioni su gruppi per escursioni, su scuole da frequentare ma quando arriva il momento di fare l'iscrizione mi blocco e rimando anche se per alcune cose tipo la scuola per terminare il percorso iniziato tanti anni fa non ho piu tempo devo pagare l'iscrizione o perderò questo treno... questo mi mette sotto pressione anche se non ho un vero senso di ansia visto le gocce che prendo.
Tanta tanta fatica.."
La nostra amica ci ha voluto raccontare questa sua esperienza, sempre nella speranza che possa essere di aiuto a chiunque possa trovarsi in una situazione come la sua, sindrome depressiva grave.
Quindi ringrazio Marta per il coraggio di esporre in un blog queste sue esperienze.
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