giovedì 19 settembre 2019

Viaggio attraverso la depressione -secondo passo-

"Buongiorno, ho effettuato anche il primo colloqui con la psicologa... ne sono rimasta un po delusa. Primo perchè mi ha detto che non ha modo di farmi una psicoterapia in quanto ha troppi pazienti, avendo problemi economici naturalmente mi sto facendo seguire da una professionista del consultorio familiare, ma purtroppo si fatica ad avere un medico che possa fare una terapia quando ha troppi pazienti e poco tempo disponibile. Nel mio caso questa dottoressa lavora solo un giorno e mezzo alla settimana nel mio comune e questo limita la sua possibilità di seguire pazienti ed è l'unica forse se fossero più psicologhi si potrebbe avere più possibilità di terapie per più persone.... ma questa è l'Italia oltretutto non è semplice essere "presi incarico" si deve avere una richiesta dal proprio medico di base che naturalmente deve valutare la necessità del paziente di fare una visita psichiatrica; Quindi dopo aver preso l'appuntamento con uno psichiatra questo deve certificare che il paziente necessita di medicinali e consiglia di essere seguito da uno psicologo; A questo punto si spera di essere fortunati e di avere nel consultorio di appartenenza di aver un medico disponibile a seguire il paziente per una terapia.
Cmq l'esperienza è stata un pò strana, a differenza del colloquio con la psichiatra, dove si mi sono sentita esausta ma anche rincuorata, in questa occasione mi sono sentita quasi una sciocca perchè mi sono sentita dare delle affermazioni ai miei racconti in base alle domande che mi venivano poste ovvie cose che già da sola avevo pensato e che le stesse persone a me vicine avevano detto. Sentirsi dire: "per uscire dalla depressione devi volerlo, le medicine gli amici e la terapia serve al 40% ma il 60% dipende da te." Oppure: "devi dimenticare quella persona, e andare avanti, imparare a contare solo sulle tue forze non appoggiarti sul prossimo", ecc. ecc. sono cose che so perfettamente, tra l'altro non credo di essere una donna che si appoggia in tutto per tutto sul partner. Mi sono sentita quasi giudicare senza volermi capire veramente mi sono state poste domande che spaziavano da un argomento ad un altro come se non ci fosse veramente tempo per parlare anche se sono sicura di essere stata almeno un'ora in seduta. Probabilmente ho avuto questa sensazione perchè la dottoressa non ha tempo di psicoanalizzarmi ma possiamo solo fare delle sedute di consulenza un colloquio al mese o anche meno quindi mi ha chiesto cose per farsi un'idea generale ma questo non mi ha fatto sentire aiutata, ma piu giudicata e me ne sono sentita infastidita e dispiaciuta. Ma forse è solo una mia sensazione. Nel frattempo naturalmente sto prendendo le medicine e dopo 3 settimane che ne faccio uso. Non sento una sensazione di buon umore anzi devo dire che in questi giorni mi sento demoralizzata, non particolarmente triste, ma speravo di sentirmi piu carica di umore migliore, o cmq piu positiva. Certo sono giorni che non vedo nessuna amica che non esco e sono due giorni che non vado in bicicletta come faccio quasi ogni giorno perchè mi fa sentire meglio pedalare per km. Anche la psicologa mi ha suggerito di fare quest'attività e di prendere ogni iniziativa per fare nuove conoscenze che mi porti a stare in compagni quanto più possibile... altra cosa che ho esposto io a cui avevo già pensato e che lei mi ha confermato. Mi sento debole emotivamente fare nuove conoscenze fare un programma che riguardi la mia vita mi fa fatica farlo è qualcosa che al momento mi risulta troppo grande come passo anche se la dottoressa dice che devo buttarmi. Ma la vivo come una forzatura al momento che mi blocca ancora di più nell'andare avanti quindi prendo informazioni su gruppi per escursioni, su scuole da frequentare ma quando arriva il momento di fare l'iscrizione mi blocco e rimando anche se per alcune cose tipo la scuola per terminare il percorso iniziato tanti anni fa non ho piu tempo devo pagare l'iscrizione o perderò questo treno... questo mi mette sotto pressione anche se non ho un vero senso di ansia visto le gocce che prendo.
Tanta tanta fatica.."

La nostra amica ci ha voluto raccontare questa sua esperienza, sempre nella speranza che possa essere di aiuto a chiunque possa trovarsi in una situazione come la sua, sindrome depressiva grave.
Quindi ringrazio Marta per il coraggio di esporre in un blog queste sue esperienze.

martedì 10 settembre 2019

Intollerante al latte di mucca? ecco le alternative per gusti diversi ed esigenze diverse



Uno degli alimenti piu utilizzati da ognuno di noi è il latte, basti pensare che è l'alimento base che abbiamo da quando nasciamo e per primi mesi della nostra vita. E poi pur diventando adulti continuiamo a bere il latte, da solo con il caffè con il cacao, con il tè, o all'interno di molte ricette. Ma moltissime persone non riescono a digerirlo o ne sono intolleranti, nonostante ci siano del latte differenti versioni come intere, parzialmente scremato, scremato, alta digeribilità, alta qualità, perchè troppo ricco di grassi, causando in questo modo gonfiore, dolori e/o coliti. Allora al posto del latte di mucca cosa possiamo bere?  Ecco alcune alternative che si possono prendere in considerazioni

Un valido sostituto può essere il latte di capra, meno ricco di grassi rispetto al latte di mucca e meno lattosio questo lo rende più digeribile, è piu dolce del latte di mucca
Andrew Unangst
  • Ha iniziato a diventare di moda negli Stati Uniti nel 2014 e si è diffuso rapidamente anche nel Regno Unito. Oltre ad essere un latte ideale per chi è intollerante al lattosio, il latte di mandorla viene consigliato da molti dottori ai pazienti con acne perché contiene ormoni come il latte di mucca, o di soia. Inoltre, alcuni nutrizionisti sostengono che abbia meno grassi, carboidrati e calorie di latte di soia, ma più di calcio. Per questo può essere un’alternativa per chi è a dieta perché è meno calorico del latte di origine animale e non contiene colesterolo. Anche se le mandorle hanno un elevato contenuto di proteine, il latte di mandorla no, al massimo può contenerne un 2%. Alcune marche lo arricchiscono di calcio e vitamine D e B12. Il latte di mandorla è raccomandato per i vegetariani e per chiunque vuole evitare prodotti di origine animale.
  • Latte di soia 
    Ha lo stesso contenuto di proteine del latte di mucca però è molto meno calorico ed è una buona scelta per chi è a dieta. Alcune marche aumentano il contenuto di vitamina A e D. Il latte di soia ha un sapore secco ed è molto gustoso con il thè e con il caffè.
  • Shutterstock vanillaechoes
  • Latte di avena
    È un degno sostituto del latte di mucca perché è ricco di vitamine e calcio, ma soprattutto ha un bassissimo contenuto di grassi saturi. Ha anche meno calorie rispetto al latte di mucca. Fornisce tutti i benefici nutrizionali dell’avena, un grano intero ricco di fibre, minerali; aiuta ad abbassare il colesterolo cattivo e scongiurare l'ipertensione. Ha un sapore leggermente granuloso.
  • Snap Decision
  • Latte di riso
    Solitamente ha un sapore dolce. Il latte di riso ha un basso contenuto di proteine ma è ricco di calcio. È una buona alternativa per coloro che sono intolleranti al lattosio o alla soia. Il latte di riso ha un colore neutro ed è gustoso sia col caffè, il tè o la cioccolata.
  • Kritchanut
  • Latte di cocco
    Si ricava dal cocco pestato e viene arricchito col calcio. È un valido sostituto del latte di mucca perché ha lo stesso contenuto di proteine, ha un livello di grassi saturi più alto rispetto agli altri tipi di latte di origine vegetale, come quello di riso, avena e soia. È un’ottima scelta per chi segue una dieta vegetariana ed è un ottimo ingrediente per la pasticceria dato il suo sapore leggero al retrogusto di cocco.
  • shutterstock

Viaggio attraverso la depressione -il primo passo-

Voglio raccontarvi il viaggio che sta intraprendendo una ragazza per combattere la sua sindrome depressiva... Naturalmente lei ha accettato di raccontasi qui senza però rendere pubblici i suoi dati personali quindi userò nome e dati di fantasia.

"Mi sono sempre chiesta cosa non andasse in me.....
Sin da bambina mi dicevo di essere forte, di non mostrare la mia sofferenza per quello che accadeva interno a me, di fingere di essere impassibile anzi quasi cattiva, una dura, una tosta che non ha bisogno di niente e di nessuno, anche discretamente cinica. Tutto pur di nascondere quanto fossi in realtà fragile e quanto quello che vivevo nel quotidiano mi ferisse profondamente, a partire dalla mia famiglia, un vero inferno. Ricordo l'insoddisfazione dei miei genitori, che sfociava spesso in liti furiose, con conseguente violenza fisica e mentale, i continui tradimenti di mio padre, la frustrazione di mia madre, e la difficoltà a mettere in tavola un pasto vero... Ecco al momento attuale riesco a ricordare solo questo, non un solo ricordo bello, sereno di gioia. Eppure ci saranno stati ma sono latitanti tra i miei ricordi. Anche quando giocavo con le barbie in terrazza da sola mi rinchiudevo in un mondo di fantasia ma ero triste, arrabbiata, con il mondo intero. Ricordo che picchiavo le bambole perchè erano state "cattive". Crescendo nell'adolescenza ho continuato ad essere così la dura la tosta del quartiere, quella irrispettosa degli adulti e dei coetanei, attaccavo per non essere attaccata.
Poi ad un certo punto ho voluto essere più femminile più predisposta verso il prossimo perchè sentivo che l'unico modo per cambiare vita ed essere felice era trovare un ragazzo e creare una famiglia...
Eppure per quanto io m'impegni, per quanto da ogni relazione naufragata ne prendo insegnamento per non commettere gli stessi errori con quella che forse verrà, puntualmente mi sento dire: "non sei tu, sono io è colpa mia, tu sei una ragazza dal cuore doro, sei buona, con te sto bene e ti voglio tanto bene, ma ho capito che non sei quella che cerco.." E allora mi chiedo cosa c'è che non va in me? il mio aspetto fisico? sono troppo magra? poco formosa? ho il naso troppo grande? O è un problema di personalità? O magari entrambe le cose? Fatico a fare amicizia, fatico a restare su un posto di lavoro mi ritrovo spesso a competere con persone che cercano in ogni modo per mettermi in difficoltà e farmi fuori dai posti di lavoro o portarmi all'esasperazione come nell'ultimo dove ho detto basta me ne vado non ce la faccio più. Ogni relazione finisce male e mi ritrovo a vivere un lutto come l'ultima finita da pochissimo ed è stata la ciliegina sulla torta il motivo ultimo che mi ha mandato in frantumi. Ho lottato come un leone per far decollare questa storia che a mio avviso poteva veramente essere il mio lieto fine, la mia felicità, l'obiettivo che sogno da quando sono bambina. lui era l'uomo che ho tanto desiderato incontrare che tanto avrei voluto al mio fianco con cui invecchiare.... ma ancora una volta io non ero quella giusta. Ancora una volta ho fallito, ho combattuto ho lottato ed ho perso. Pensando a tutti o quasi gli obiettivi che mi sono prefissata da quando ero piccola, mi rendo conto che li ho falliti tutti. Non ho terminato gli studi, non ho saputo tenermi un lavoro, neanche quando ho aperto una mia attività. E cosa peggiore non so tenermi una relazione. Quindi cosa non va in me?
Appena mi è stata riscontrata la sindrome depressiva le cause che mi hanno portato in questo stato sono sostanzialmente tre le più palesi, il posto di lavoro oltre ad essere un'attività che non mi piaceva e che non mi sentivo adeguata, avevo le colleghe contro proprio perchè non riuscendo ad inserirmi a pieno ritmo nel contesto lavorativo faticavo a fare il lavoro e quindi spesso dovevano intervenire i colleghi a supporto e vista la grande rivalità che si crea nella maggior parte dei posti di lavoro non erano ben liete di aiutare ma cercavano di mostrare le mie lacune ai titolari, (a volte incolpandomi di errori non commessi da me). Quindi sono arrivata ad odiare il posto di lavoro a piangere la mattina prima di uscire di casa per recarmici, era diventata una sofferenza quotidiana. Il secondo motivo è stato un'investimento sbagliato che mi ha sotterrato economicamente, sono incappata in una truffa che mi sta devastando e come se non bastasse nello stesso momento quello che era il mio compagno ha riaperto la crisi tra noi iniziando un'altalena sentimentale che dopo mesi è finita male ma che mi ha completamente annientata. Per diversi mesi ho evitato i farmaci che mi erano stati consigliati dal  medico di base e dalla neurologa speravo di risolvere da sola e trovare la forza per uscirne e sistemare le cose... in cuor mio speravo ancora di recuperare il mio rapporto se avessi fatto quello avrei potuto affrontare tutto il resto e invece non ne sono stata capace così una volta perso definitivamente colui che ritenevo la mia persona. Ho chiamato una psicologa che mi ha detto quali passi fare per essere seguita ed entrare in terapia, come prima cosa mi ha fatto fare una visita da una psichiatra che mi ha confermato di dover prendere dei farmaci, che ho iniziato a prendere ma ci vorrà almeno un mese prima che possano vedersi gli effetti positivi. Poi abbiamo parlato a lungo come prima seduta e anche lei mi ha detto che sì la sindrome depressiva è stata scatenata adesso e in forma forte per i tre avvenimenti che mi sono crollati addosso tutti insieme, ma che necessito di essere seguita per riprendere le fila di un percorso errato che ho fatto a partire dalla mia infanzia. Quindi sarò seguita sia dalla psichiatra che dalla psicologa.
Al momento non so dire ancora come andranno le cose, certo un passo avanti l'ho fatto, ho finalmente chiesto aiuto. Ma sui risultati non mi sento di dire niente sono ancora triste, scoraggiata, delusa, amareggiata, avvilita dalla vita che non vedo e non voglio vedere futuro, non ce la faccio non ne ho più le forze e quello che mi aspetta non mi piace.
Questo farmaco che prendo dovrebbe sollevarmi l'umore farmi sentire attiva, devo dire che i primi due giorni sembravo una drogata fissavo il vuoto cercando di aprire gli occhi che invece errano già aperto anzi spalancati, mi sentivo terribilmente priva di forze non riuscivo a camminare e avevo sonno continuamente mi bruciavano gli occhi da quanto sonno sentivo. Con il passare dei giorni le cose sono migliorate ora non sono più cosi stanca o non sto più immobile a fissare il vuoto spalancando gli occhi che non bruciano più dal sonno, però devo ammettere che se mi rilasso un po anche sul divano, anche ora che sto scrivendo mi sento assonnata andrei a dormire senza tanti problemi. La sera fatico a restare sveglia già dalle 21 mi viene sonno ed è una lotta a non andare a dormire cosi presto, a volte riesco a resistere sino le 23 ma è capitato che alle 22:30 io fossi già a dormire cosa per me impensabile prima dei farmaci io andavo a dormire a mezzanotte e mi alzavo alle 6 massimo 6:30 adesso non riesco ad aprire gli occhi fino alle 7 7:30 e perchè i gatti piangono che vogliono mangiare già dalle 6 del mattino altrimenti dormirei ad oltranza. Questo non mi piace per niente. Forse ho accumulato talmente tanto stress negl'anni che il mio fisico non era semplicemente in riserva ma ero rimasta completamente senza carburante. O forse queste gocce non sono idonee alla mia persona ne parlerò con la psicologa alla visita che ho in programma. Per ora mi fermo qui mi sento tanto stanca da non riuscire a proseguire. Parlare dei problemi personali è sfiancante ricordo che dopo la prima seduta con la psichiatra sono tornata a casa e mi sentivo sfinita stanchissima come se avessi fatto una prova fisica enorme sopra le mie possibilità, non ero stanca solo mentalmente ma fisicamente. In questo momento non è cosi ma per oggi raccontato tanto e mi si sono accavallate le idee nella mente che si confondono tra loro facendomi sentire stordita, per cui per ora basta cosi..."

Questo è il primo passo di "Marta" e forse è il primo passo di molte altre donne e uomini che leggendo questo articolo avranno la forza di chiedere aiuto e non vergognarsi. Perchè molte persone pensano che andare da uno psicologo o uno psichiatra sia discriminante nella società attuale e quindi finiscono per rinchiudersi in se stessi sempre di più facendo poi dei passi sbagliati.